Thom
Chacon, cantautore di Durango, Colorado, rappresenta al meglio quella che è la
più genuina tradizione degli storytellers e dei troubadours americani, figli di
quella storia che da Woody Guthrie in avanti ha unito l’urgenza del narrare
racconti densi di impegno sociale e politico al naturale bisogno di esprimere
sentimenti personali ed accorati legati ai rapporti interpersonali. Tra lo
Steve Earle dell’ultimo periodo e lo Springsteen più ‘militante’, aggiungendoci
il carisma di un John Prine o di un Guy Clark, le canzoni di Thom Chacon sono
piccole gemme che evocano un’America dai mille contrasti e dai mille volti in
un viaggio appassionato ed appassionante che ora si arricchisce di un ep di
soli quattro brani ma di grande passione e profondità. “American Way” gioca
ancora con le emozioni in un contesto acustico dove accanto alla chitarra
acustica e all’armonica del protagonista ci sono il contrabbasso di Tony
Garnier e l’organo hammond di Tommy Manuel, un percorso rigoroso e coerente,
essenziale e coeso che pur nella sua brevità (poco più di quindici minuti)
riesce a coinvolgere e regalare all’ascoltatore una manciata di avvincenti
episodi. Tre originali di Thom Chacon (senza dimenticare l’apporto di Perry A.
Margouleff in fase di composizione) e una splendida cover compongono il
programma di questo ep, aperto dalla bella melodia di “Nothin’ But You” con un
delizioso arpeggio di acustica, un solido lavoro di contrabbasso e un organo
che da’ quel tocco poetico ad aumentare il tasso espressivo, peculiarità queste
condivise in tutti i brani del disco, un disco che continua con l’intensa
“Rhythm In My Heart”, interpretata con l’ormai consueta forza. “The American
Way” è canzone decisamente potente, così come la versione di “One Of Us”,
magnifica composizione di Eric Bazilian degli Hooters portata al successo anni
fa da Joan Osborne. Commovente ed emozionante finale per un breve ma eccellente
lavoro portato a termine con feeling e grande cuore.
Remo Ricaldone
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