Un
disco potente, avvolgente, corposo quello di Ben Davis Jr., musicista che
arriva da Jackson, Ohio ma che ha nel cuore e nell’anima il classico sound
sudista che subito ci coinvolge nell’apertura di questo suo ottimo
“Suthernahia”, con qualche piccolo cenno di psichedelia frutto dell’amore per i
Grateful Dead, tra le molte sue ispirazioni. Chitarre sguainate, ritmica
pulsante, voce robusta: queste sono le coordinate di un album di ottima fattura
che viaggia spedito nei territori rock con inevitabili puntate nel blues e nella
country music più vera e genuina. E se come detto “I Think You Should” è ‘puro’
southern rock, la seguente “Can’t Get Enough” ha sensibilità rock’n’roll ed il
contagioso ‘train time’ di “If You Ever Will” mostra doti di grande performer e
di autore importante (sue sono tutte le canzoni inserite in questo disco). “Porchlight”
è ballata acustica tersa e limpida, con ancora il sapore del sud nelle pieghe,
“Just Let Me In” mantiene intimo il racconto con un’altra intensa ballata
elettro-acustica, tra le migliori dell’album, “Sunday Morning” è piacevole, una
piccola ventata di aria fresca che rimanda ad episodi magari minori ma gustosi
come Atlanta Rhythm Section o simili, “Ramblin’ Bones” vede invece imbracciare
nuovamente gli strumenti acustici per un gioiellino country che risplende in
tutta la sua semplicità mentre “(I’m Doing) Fine Girl” ha un po’ colorazioni
sixties inserendo elementi tra rock e soul. Be Davis Jr. e i suoi Revelry sanno
come unire rock e radici ed esempio naturale è “Line Boat Blues” che vede come
ospite David Childers, inflessioni blues ed attitudine rock, con “Carly” che
chiude in maniera accorata ed acustica una bella sorpresa e, speriamo, un punto
di partenza per nuove belle avventure musicali.
Remo Ricaldone
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