“Riverland” è un disco dalla grande profondità poetica e letteraria, narrato con intensità e suoni splendidi tra country music e folk in un inanellarsi di momenti che hanno il loro ‘filo rosso’ nella storia che ha accompagnato il fiume americano per eccellenza: il Mississippi. I tre musicisti che hanno costruito questa opera non provengono da quelle zone ma rappresentano quella scena ricca ed ispirata di East Nashville, da anni a capo di un movimento che ci sta regalando dischi importanti come questo. Eric Brace è una delle più belle voci di quel panorama, prima a capo dei Last Train Home e poi in una lunga partnership con Peter Cooper con cui ha condiviso pagine notevoli, spesso con l’apporto di Thomm Jutz, artista tedesco ormai pienamente inserito a Nashville e dintorni, in possesso di una grande sagacia e potenzialità sia come produttore che come musicista ‘tout court’. Il Mississippi ed il suo scorrere a volte lento e placido a volte furioso e portatore di immani tragedie ha rappresentato una via fondamentale nella storia americana, un modo per incontrare genti, fuggire dall’oppressione o semplicamente godere dei frutti che da esso o accanto ad esso sbocciano. Le tante storie legate al cosiddetto ‘Ol’ Man River’ qui sono coniugate con estrema attenzione nell’accostare episodi più o meno recenti, storici o di eccellente ‘fiction’, portando a termine un album lungo, articolato e godibilissimo in cui una strumentazione prettamente acustica fa da base a voci che si alternano, si amalgamano e si intrecciano con una bellezza che in certi momenti lascia senza fiato. William Faulkner e  Jerry Lee Lewis, Eudora Welty ed Elvis Presley, il blues e la country music, la Guerra Civile e le grandi alluvioni sono qui citati in uno fluire di emozioni e di narrazioni vivide e fortemente passionali. Da “River City” che introduce il disco a “Mississippi, Rest My Soul” che lo congeda, è tutto un incrociare di momenti che praticamente formano un ‘concept album’ stimolante e tonico in cui oltre ai protagonisti appaiono straordinari ‘Nashville cats’ come Tammy Rogers al fiddle, Terry Baucom e Justin Moses che si alternano al banjo, Mike Compton al mandolino, Mark Fain al contrabbasso e Lynn Williams alle percussioni.
Remo Ricaldone

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