La
vita di Renée Wahl è stata finora intensa e piena di interessi, con la musica
fino a pochi anni fa ‘relegata’ a grande passione ma non a primaria attività. Dopo
una dozzina di anni in cui ha fatto parte dell’Air Force americana, ha
conseguito attestati che l’hanno portata ad essere insegnante e solo da
relativamente poco tempo ha abbracciato completamente la sua ‘musa’ esordendo con
un album intitolato “Cumberland Moonshine”, seguito dall’ep “Sworn Secrets”,
lavoro che ha ispirato il nome della sua attuale band. “Cut To The Bone” è
probabilmente il disco dell’affermazione in ambito alternative country e
americana, mostrando appieno le eccellenti doti interpretative e compositive di
una storyteller profonda e accorata. Parte del merito è anche da ascrivere ad
una produzione impeccabile nelle mani di Stuart Mathis, già con i Wallflowers e
Lucinda Williams, qui nella veste anche di ispirato chitarrista. I suoni sono
pregnanti ed equilibrati, essenziali e splendidamente descrittivi, perfetti per
storie vigorose ed intriganti che Renée ha quasi interamente scritto, con la
collaborazione di autori con cui ha condiviso le molteplici sensazioni ed
emozioni della vita, qui narrate con un’intensità non comune. David Strayer
alla batteria e Ron Eoff al basso formano una sezione ritmica solida e sicura,
con le tastiere di Billy Livsey a dare quel tocco in più ad atmosfere già di
per se piene e marcate. Nove canzoni che si incastrano perfettamente a formare
un percorso poeticamente incisivo, musicalmente tra rock e radici nella
migliore tradizione, interpretato da una voce eccellente, nove canzoni che
vengono introdotte da quella che praticamente da’ il titolo all’album, una “ To
The Bone” che conquista subito per forza espressiva. I momenti migliori a mio
parere devono comunque venire e si svelano subito con la seguente “Cold Day In
Memphis”, ballata midtempo sontuosa, piena di citazioni e di profumi sudisti
che con “From Here To There” si aggiudica la palma di ‘highlights’ del disco.
“Me Before You” regala emozioni pure, “Meds” coniuga con il suo ‘waltz time’ la
migliore country music, “Six Days ‘Til Sunday” conferma una capacità di
trasmettere suggestioni notevole, così come “In The Field”, altro piccolo
gioiello della raccolta. Raccomandato caldamente.
Remo Ricaldone
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