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A.K. & The Brotherhood - Oh Sedona!

Pubblicato da Remo Ricaldone |


Ormai non si può più parlare di casi isolati, la scena svedese che guarda alle radici del suono americano tra country e rock è la migliore in Europa, la più credibile. Ad aggiungersi alla bella serie di musicisti che in questi anni hanno nobilitato la musica che proviene da quelle parti c’è ora Alo Karlsson, cantante, chitarrista ed autore di Vaxjo, sud della Svezia, legato fortemente ai suoni country ma pronto ad aggiungere il suo tocco personale che porta queste canzoni ad un livello notevole, con forti connotazioni ‘americana’. Ad accompagnarlo in questo percorso c’è un’ampia e modulata band, aperta ad una serie di amici e ‘brother in arms’ che prendono il nome di Brotherhood e forniscono sfumature e colori tali da farci godere appieno canzoni che rimandano ai classici della Band, dell’epoca d’oro del country-rock e dell’alternative country più recente. Quella di A.K. è una scrittura matura capace di evocare luoghi distanti geograficamente ma vicini al cuore di chi ama la musica americana delle radici, quella più genuina ed autentica, la voce è calda e sicura, in grado di guidare un repertorio assolutamente godibile nei suoi risvolti elettro-acustici, nelle ballate e negli uptempo. I numerosi strumenti a corda suonati con classe da Johann Glossner, il fiddle ed il mandolino di Martin Bjorklund, musicista che ha accompagnato Doug Seegers anche nel suo primo  tour italiano, la pedal steel guitar di Nicke Widen, le tastiere di Henrik Strom sono i punti fissi di una band eccellente e sorprendente. Sono molti i momenti da sottolineare in un album che è l’unione di tre ep pubblicati in momenti diversi ma che hanno una grande coesione e rappresentano un ‘unicum’ di ottima espressività, da “California Free Bird” alla splendida ballata in cui Alo Karlsson duetta con la bravissima Sofia Loell, “Big City Sidewalks”, dalle fresche e brillanti “For The Long Run” e “(Livin’ On) Tupelo Time” all’incisiva “Miles And Memories” fino a “Halfway To Anywhere” e a “Like The Devil Reads The Bible”, altri due begli esempi di scrittura. Un disco pienamente soddisfacente che sorprende e risulta in ogni momento estremamente piacevole.
Remo Ricaldone

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