Joe
Edwards ha sempre sognato l’America e le sue radici musicali. Nel Wiltshire,
contea rurale dell’Inghilterra sudoccidentale, ha imparato a conoscere il
retaggio rock e blues attraverso BB King, Jimi Hendrix e Stevie Ray Vaughan per
poi scoprire la più bella canzone d’autore a stelle e strisce con Bob Dylan,
James Taylor e Paul Simon e formarsi musicalmente unendo con ottima personalità
tutte queste influenze. Una maturazione che gli ha dato la possibilità di
entrare in contatto anche con il folk-rock ed il soul e ora il suo esordio,
intitolato “Keep On Running”, ce lo presenta capace di interpretare al meglio
un bagaglio artistico pieno e solido. Inciso a Nashville sotto l’esperta
produzione di Steve Dawson, uno dei nomi più ricorrenti in questo periodo
quando si parla di commistioni tra folk e blues, “Keep On Running” ha tutta la
freschezza di una serie di sessions portate a termine con naturalezza ed
essenzialità, con un ‘buona la prima’ che si è giovata di un ristretto ma
prezioso manipolo di musicisti assolutamente in sintonia con il mood
complessivo, rilassato e profondo. Undici canzoni in cui la narrazione di Joe
Edwards è idealmente supportata da una pedal steel, da chitarre slide acustiche
ed elettriche, da una sezione ritmica discreta e mai invadente. A volte con un
sentore di JJ Cale per approccio, in altri momenti affondando nel più genuino
country blues, sempre con lo sguardo attento ad un’esposizione vicina al folk,
la selezione, tutta originale dalla penna di Joe Edwards, cresce moltissimo con
gli ascolti fino ad entrare nel cuore dell’ascoltatore appassionato di quel
suono ‘americana’ che incrocia generi e sensazioni. Dall’iniziale “Beth’s Song”
dedicata accoratamente alla moglie alle storie ispirate dai lunghi viaggi ed
esperienze in giro per il mondo, tutto è permeato di notevole carica poetica,
con la title-track “Keep On Running”, “Capital Blues”, la suadente country
ballad “The Gambler” con la bella pedal steel nelle mani del producer Steve
Dawson, “Cross The Line”, “Don’t Let The Bastards Get You Down”, “Driving Home”
e “Back on The Road” a rappresentare i risvolti più intimi ed ispirati. Un
debutto decisamente riuscito e promettente.
Remo Ricaldone
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