La
storia di Greg Copeland è stata curiosa e irta di ostacoli in un percorso con
lunghissime pause e ritorni inaspettati iniziato nei primi anni ottanta quando
debuttò per l’etichetta di David Geffen con un disco intitolato “Revenge Will
Come”, incensato da una parte della critica (Time Magazine lo inserì nella sua
‘top ten’ dell’anno) ma subito ignorato dalla propria label. A causa di questo ‘rifiuto’ Greg Copeland si
ritirò dalle scene per un ventennio circa e solo ad inizio duemila riprese
interesse nella musica, cominciando a scrivere canzoni che qualche anno dopo,
nel 2008 confluirono nel bel ritorno dal titolo “Diana And James”, prodotto da
Greg Leisz con il supporto di Jackson Browne. La vera natura artistica emerse
pienamente attraverso arrangiamenti essenziali e fluidi, ispirati da una vena
mai così intensa che sembrava predire una più continuativa ripresa
discografica. Così non fu, ancora una volta, e una nuova pausa lo riportò in un
limbo dal quale ora, a distanza di dodici anni, sembra riemergere. “The Tango
Barӏ la nitida fotografia di un musicista ormai settantaquattrenne ma che
riesce ad esprimere tutta la forza espressiva, la poetica e la musicalità
‘tenuta dentro’ per tutto questo tempo. Un disco, prodotto con cura e sagacia
da Tyler Chester, che conquista per una serie di canzoni dal notevole peso
specifico, aumentato anche grazie ad una serie di ospiti/amici che nobilitano
ed impreziosiscono queste sessions. Le voci di Inara George e di Caitlin Canty,
i tamburi di Jay Bellerose e di Don Heffington, tra i migliori drummers in
circolazione a mio parere, le chitarre deliziose di Greg Leisz, di Val McCallum
(anche lui con Jackson Browne) e dello stesso produttore Tyler Chester che si
alterna anche alle tastiere e al basso, le armonie vocali della promettente
Madison Cunningham e di David Garza forniscono il supporto perfetto per le
nuove, pregevoli storie di Greg Copeland, interpretate con fare scarno e
vissuto. “The Tango Bar” cresce moltissimo con gli ascolti e ci riconsegna un
personaggio scostante ma ricco sia dal punto di vista umano e che artistico e
canzoni come “I’ll Be Your Sunny Day” (con la voce di Inara George, figlia
dell’indimenticato Lowell), “Lou Reed” con le splendide e taglienti chitarre
elettriche di Greg Leisz, “Coldwater Canyon”, il notevole trittico che vede
protagonista Caitlin Canty alla voce (“Mistaken For Dancing”, “Better Now” e
“Beaumont Taco Bell”) non fanno altro che confermare tutto ciò. Bentornato Greg.
Remo Ricaldone
0 commenti:
Posta un commento