A
sei anni di distanza da “Folklore” torna con una nuova serie di canzoni Jeff
Black, tra i migliori autori della scena folk e americana, in un album
assolutamente ottimo che compensa ampiamente questo periodo di silenzio
discografico. “A Walk In The Sun” non fa che comprovare la bellezza del ‘tocco’
del musicista nativo di Kansas City, Missouri ma residente da anni a Nashville
dove nel tempo ha composto brani ripresi con successo da Blackhawk, Sam Bush,
Alison Krauss, Waylon Jennings e Jerry Douglas per fare qualche nome. Voce
appassionata e sempre fortemente espressiva, buona tecnica sia alla chitarra
che al piano ma all’occasione anche interessante ad armonica e banjo, uno stile
riconoscibile per dolcezza ed emozioni che infonde in ogni momento, una non
comune coerenza stilistica che unisce la bellezza dei suoni acustici della
tradizione ad un orientamento che talvolta lo porta in territori pop ma sempre
con le radici giuste, queste sono le molteplici caratteristiche di un
personaggio che a mio parere ha raccolto con la produzione a suo nome meno di
quello che avrebbe meritato in fatto di
popolarità e successo. L’occasione è perfetta quindi per fare la conoscenza con
la sua musica e magari con i suoi dischi precedenti, dieci eccellenti raccolte
di emozioni iniziate a fine anni novanta con “Birmingham Road”, suo unico
lavoro pubblicato da una major. L’impianto è spesso acustico ma non mancano
momenti in cui le situazioni volgono verso un roots-rock decisamente
intrigante, come in “Machine” con le sue chitarre distorte e il piglio quasi
rock blues oppure nella ballata elettrica intitolata “How To Save The World”. Il
resto lo occupa il suo talento compositivo che qui si materializza attraverso
una notevolissima serie di perle, a partire dall’introduttiva “Needed The Rain”
che ci consegna subito uno dei brani migliori per poi passare a “Stumbling” con
un magnifico dobro a cucire note ispirate, alla commovente “Until I Learn To Fly”, alla pianistica ed
elegante “Satisfied”, a “Calliope Song” che si avvicina alla tradizione grazie
al bel lavoro di mandolino, così come “The Best That I Can Do” si pone a fianco
della più toccante canzone d’autore e “Always On My Way Back Home” chiude con
la più pura narrazione folk grazie ancora ad uno stile personale, da encomiabile
storyteller quale Jeff Black è. Disco e musicista da (ri)scoprire…lo merita
davvero.
Remo Ricaldone
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