“Touch Of You” è più di un tributo ad una delle più sottovalutate (almeno da noi) figure del movimento outlaw, è una sorta di rito di passaggio, un omaggio fatto con il cuore alla figura di Gary Stewart, honky-tonker di classe scomparso ormai da ben diciassette anni ma una delle ispirazioni per Mike Harmeier ed i suoi Moonpies, attualmente tra le più interessanti band country in circolazione. Lo scopo di questo progetto è di dimostrare la grandezza del songbook del musicista kentuckiano e di quanto abbia influenzato lo spirito del gruppo texano riprendendo con intelligenza e sagacia canzoni che spesso non hanno trovato spazio nella discografia di Gary Stewart ma ne hanno rappresentato una parte importante del repertorio, cercando al tempo stesso di soddisfare i vecchi fan che hanno ancora nel cuore la sua musica e di coinvolgere i giovani ‘fruitori’ dei suoni più classicamente country. La produzione nelle mani dell’esperto Adam Odor non fa che confutare la bontà dell’approccio, con una serie di intrecci cristallini di chitarre e steel e interpretazioni che, senza fare paragoni con le differenti sensibilità e tonalità tra originali e cover, mostrano un’intensità che raramente si trova oggi nelle produzioni country. Dieci canzoni, l’essenzialità e la semplicità  tipica della miglior musica delle radici, l’amore per questi suoni profuso in ogni sfumatura vocale e in ogni passaggio strumentale, tutto concorre a rendere piacevole questo album, da “Bottom Of The Pile” alla delicata e deliziosa “Heart A Home” che aprono e chiudono la scaletta. “Smooth Shot Of Whiskey”, ballata nella migliore tradizione delle ‘drinking songs’ che hanno caratterizzato le tematiche legate alla country (e non solo), la pimpante e pulsante “The Gold Barstool”, la nitida “The Finished Product” e il cadenzato honky tonk di “I’m Guilty” sono poi veri piccoli gioiellini che, pur non aggiungendo nulla di particolarmente nuovo, impreziosiscono un disco che si gusta in un fiato. E che subito chiede di essere ascoltato.
Remo Ricaldone

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