Quella
dei Reckless Kelly è una straordinaria ‘storia di famiglia’, un viaggio lungo
tre generazioni partito dalle montagne dell’Idaho e proseguito prima in Oregon
e poi ad Austin, Texas dove i fratelli Cody e Willy Braun hanno creato una
delle più belle realtà tra country music e rock guidando quella scena texana
che ha regalato innumerevoli emozioni e grande musica. Con i fratelli Micky e
Gary, leader di Micky & The Motorcars, altra notevole band del Lone Star
State, i Brauns hanno rappresentato quell’unione tra radici e spirito rock che
trae ispirazione nello stesso modo da Uncle Tupelo e Joe Ely con forza e
poesia. A quattro anni di distanza dal già ottimo “Sunset Motel” ecco un doppio
sforzo compositivo ed interpretativo che presenta al meglio tutto lo spettro
sonoro dei Reckless Kelly alternando ballate e ‘uptempo’, accorata nostalgia e
la tipica ruvida musicalità che in questo quarto di secolo ha caratterizzato la
loro proposta. “American Jackpot” e “American Girls” sono un po’ la summa del
loro lavoro e l’uscita in contemporanea sta a testimoniare la ricchezza di un
suono in molti momenti prettamente acustico ma che non perde nulla in efficacia
e valore, per certi versi la definitiva affermazione della loro carriera se ce
ne fosse bisogno. Due dischi che soddisferanno in pieno i fans, per ispirazione
e potenza, per delicatezza e poetica. Pur essendo divisa fisicamente in due,
questa serie di canzoni ha profondi collegamenti, quasi a presentarsi come un
‘concept album’ dall’ampio spettro sonoro che va dal travolgente rock’n’roll
alle fascinazioni western alle sofferte ballate ‘blue collar’ ma con l’aspetto
comune di uno stile ormai ampiamente riconoscibile. Gli echi sudisti, il forte
ed indissolubile legame con la più autentica country music, le godibili
‘nuances’ del border sono parte di un patrimonio genetico iniziato con la band
di papà Eustaceus ‘Mustie’ Braun, un ensemble dedito principalmente al western
swing, in un percorso di rara coerenza e bravura. Difficile comunque
estrapolare qualcosa da due dischi così coesi: su “American Jackpot” è
trascinante “Mona”, il momento più rock, mentre commoventi sono ballate come
“Put On Your Brave Face Mary”, la conclusiva e pianistica “Goodbye Colorado”,
l’eccellente “North American Jackpot” che apre il disco e ne fissa le
coordinate tematiche e sonore in un insieme sempre appassionante e convincente.
“American Girls” ha i suoi momenti migliori nell’introduzione affidata alla
sciolta “I Only See You With My Eyes Closed” che vede la presenza vocale di
Suzy Bogguss, “Miss Marissa” e “Don’t Give Up On Love” classici
‘heartland rock’ che li avvicinano al repertorio di Bob Seger,
Springsteen o al primo Mellencamp, “Lonesome On My Own” con una pedal steel che
segna la melodia come meglio non potrebbe, “Lost Inside The Groove” che rimanda
alle migliori pagine di Doug Sahm o dei Texas Tornados con il suo irresistibile
e tipico ritmo, e l’intima ed acustica “Home Is Where Your Heart Is”. Candidati
ad essere tra i migliori album dell’anno in ambito roots.
Remo Ricaldone
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