Nonostante
sia la prima volta che incrociamo il nome di Roger Johnson, l’artista americano
è sulle scene da decenni, ispirandosi fortemente a quell’unione di rock e
radici che tra la fine degli anni sessanta e i primi settanta passò alla storia
come ‘country-rock’. Accompagnato da una serie di musicisti riuniti sotto il
nome di Rialto Valley Regulators, Roger Johnson firma con questo “Mod
Americana” un lavoro sorprendentemente fresco e godibile, lungo (oltre i 70
minuti) ma sempre apprezzabile per qualità delle canzoni, manifesto nitido
delle sue influenze, dei personaggi con cui è cresciuto e da cui ha preso
ispirazione. I Byrds innanzitutto e il suono californiano (per melodie ed
armonie vocali) dei Flying Burrito Brothers ma anche di grandi songwriters come
John Stewart e, per spirito affine, a Tom Russell in un pregevole gioco di
rimandi storici e di arrangiamenti intelligenti e deliziosi. “This Summer
Feeling” è l’apertura perfetta per assaporare tutto il gusto dei ‘sixties’ con
chitarre in gran spolvero, un farfisa in sottofondo e l’entusiasmo profuso in
un brano decisamente, come dice il titolo, estivo. A seguire molti sono i brani
da citare per riferimenti che chi ha amato i musicisti citati in precedenza
potrà apprezzare, dalla più riflessiva “Waiting For The Rain” e le sue belle
chitarre acustiche alla notevole “California, New Old Times Together” con tanto
di un accenno di ‘Jingle jangle’ inevitabilmente ‘byrdsiano’, fino alla country
music spigliatamente vintage di “Am I Right?” e a quella più cantautorale di
“On The Road (Tammy’s Song)”. “Burn The House Down” e la successiva “Two Will
Do” rimarcano belle qualità mentre la title-track “Mod Americana” confermano
quanto importante sia stata la ‘british invasion’ negli anni sessanta per la
‘crescita’ del rock negli States. Insomma un disco dove c’è molta carne al
fuoco e che tranne rari momenti riesce a tenere alta l’attenzione nonostante la
lunga durata e suona fresco e rigenerante.
Remo Ricaldone
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