Quello
dei West Of Texas è un honky tonk di eccellente fattura, essenziale e brillante
come nella migliore tradizione texana. Qui ci sono tutte le caratteristiche,
tematiche e stilistiche, tipiche di una scuola e di una visione che negli anni
ha contribuito più di tutte a mantenere viva la country music nella sua essenza
più vera ed autentica. A proseguire questa ‘memoria storica’ che vanta sempre
una solida base di fan in tutti gli States e non solo c’è Jerry Zinn, anima e
frontman di una band formata ad inizio duemila che oggi vede una forte ripresa
dopo un periodo di forzato stop a causa di problemi di salute che avevano
fermato per un certo tempo il leader. “Heartache, Hangovers & Honky Tonks”
ripaga ampiamente di questa attesa con una selezione impeccabile dove swing,
ballate e trascinanti uptempo si alternano per oltre cinquanta minuti seguendo
la strada indicata da ‘padri putativi’ come Faron Young, Ray Price o Ernest
Tubb e in tempi più recenti da gente come Wayne Hancock, Dale Watson, 1100
Springs e molti altri. Citazioni della
sempre basilare scuola di Bakersfield, intuizioni cajun, inflessioni mexican e
l’amore infinito nei confronti del Lone Star State sono il collante di un album
dove è effettivamente difficile scegliere qualche brano da citare, tale è
l’amalgama strumentale dei West Of Texas e la linearità di un viaggio musicale
estremamente godibile. “My Whiskey Life” è l’intro perfetto che da’ il via a
storie di cuori infranti, sogni molto spesso rimasti nel cassetto, amori
corrisposti o no e inevitabili bevute, con fiddle, pedal steel e chitarre
costantemente in primo piano. Jerry Zinn interpreta tutto questo con sicurezza
e gusto risultando sempre credibile e genuino ed è un vero piacere ascoltare
prodotti simili che fanno un gran bene alla country music.
Remo Ricaldone
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