Disco
dopo disco, e sono otto di un percorso di grande peso artistico, Rob Lutes si
conferma uno dei più bei nomi della musica canadese, in perfetto equilibrio tra
blues e folk, tra acustico ed elettrico, tra canzone d’autore e arrangiamenti
scelti con oculatezza. Il musicista ora con base a Montreal ha ora confezionato
un lavoro la cui intensità mette in luce una scrittura notevole, una
considerevole incisività nel proporre le proprie storie, una bellezza
cristallina negli intrecci delle chitarre e una voce sempre più espressiva.
Nonostante le molte difficoltà che un po’ tutti gli artisti hanno dovuto
affrontare, le restrizioni negli spostamenti e quindi nel non poter riunirsi
come al solito negli studi di registrazione, Rob Lutes è riuscito nell’intento
di dare la giusta carica all’ attrattiva di queste canzoni, dodici, che formano
“Come Around”, disco che arriva dopo ben quattro anni di silenzio discografico
dal precedente lavoro. E’ questo un album ispirato e solido, fatto di storie
pregne di introspezione, di speranza e dalla visione limpida e affascinante
dove ogni contributo strumentale è incastonato con gusto a formare quadretti
dalla grande semplicità ma al tempo stesso dalla attenzione ai particolari. Sia
quando le canzoni sono più ‘strutturate’ come nella splendida “Lightning”
e in “Work Of Art” o sono più ‘basiche’
come per esempio nell’apertura affidata a “Knives”, ai gustosi ricami folk di
“That Bird Has My Wings” e alla intensa “Shediac Bridge”, Rob mette in mostra
una energia che rende questa raccolta di brani una delle più intriganti
ascoltate negli ultimi tempi, in crescita con gli ascolti come avviene per le
cose preziose.
Remo Ricaldone
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