Poesia
e grandi doti narrative sono le caratteristiche peculiari di Jesse DeNatale,
musicista di San Francisco al terzo album nell’arco temporale di un ventennio.
“The Wilderness” ne segna il ritorno a distanza di quasi quindici anni dopo
l’accoppiata “Shangri-La West” del 2000 e
“Soul Parade” di sei anni successivo e riporta all’attenzione degli
appassionati della canzone d’autore un artista sensibile alle storie intime e
struggenti dell’animo umano e alla magnifica natura che spesso funge da
‘quinta’ a queste. Inevitabili elementi folk inseriti in una scrittura che deve
molto al Van Morrison ‘americano’ di inizio anni settanta sono le cose che
subito si percepiscono ascoltando queste dodici canzoni che occupano due
immaginarie facciate di un unico lp, arrangiate con cura e amore artigianale,
riconsegnate attraverso un gustoso sfondo elettro-acustico in cui Jesse
DeNatale offre il meglio di se. Con una voce che rimanda al mai troppo
compianto Jack Hardy, al John Prine della maturità e a tutti quei
poeti/cantanti che negli anni hanno sottolineato con intensità e commozione le
storie di ordinaria vita vissuta, Jesse DeNatale riesce con naturalezza a
coinvolgerci in una narrazione di pregio, che certo non fa gridare al miracolo
ma che si insinua nela profondo per regalarci calore e passione. “The
Wilderness” è la fotografia di un personaggio a cui non manca l’ironia, il
cuore e la delicatezza per avvolgerci in un racconto che vale la pena seguire.
Remo Ricaldone
0 commenti:
Posta un commento