Specialmente
in questi ultimi anni Ted Russell Kamp ha goduto di una ispiratissima e fertile
vena compositiva e di una vitalità artistica che gli ha permesso di incidere
con regolarità una serie di dischi assolutamente notevoli. I giorni da bassista
con la band di Shooter Jennings hanno ormai da tempo lasciato spazio ad un
musicista maturato pienamente che sa cogliere le molteplici sfumature della
musica delle radici passando con disinvoltura da inflessioni country e folk a
temi che toccano soul e blues, non dimenticando il rock e le sue attitudini. A
breve distanza dal precedente “Down In The Den” Ted Russell Kamp torna quindi
in campo con “Solitaire”, album dai suoni spesso acustici che vengono declinati
con sapienza e sagacia, aggiungendo quel pizzico di verve a rendere il tutto
estremamente accattivante ed attraente, anche grazie ad un gusto per la melodia
intrigante. Come i precedenti lavori questo nuovo disco è generoso e
articolato, arrangiato dallo stesso Ted Russell Kamp ed inciso nei suoi studi di
Los Angeles a corroborare un percorso impeccabile quanto non pienamente
riconosciuto da molti nonostante un Grammy vinto e una carriera che lo ha visto
a fianco del già citato Jennings Jr. ma anche di Jessi Colter, Tanya Tucker e
molti altri, muovendosi con sicurezza tra country e rock. Le atmosfere sono
prettamente sudiste con quel sottile fascino ‘laid back’ che pervade l’intera
sequenza e sottolinea una spontaneità e una profondo amore per i suoni roots
che di volta in volta emergono con gusto e misura. Non facile quindi
estrapolare un momento a favore di un altro, tutti in egual misura giocano su
sapienti tocchi di chitarre, di steel e di strumentazioni acustiche ma anche di
tastiere e di parti vocali estremamente ben amalgamate e sorrette da una
sezione ritmica tanto discreta quanto azzeccata nei suoi interventi. Un lavoro
questo che non fa che confermare la bravura di un personaggio da conoscere e da
apprezzare.
Remo Ricaldone
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