Crescere nelle sconfinate pianure americane porta ad un duplice atteggiamento: cercare di fuggire da quell’ambiente così ‘straniante’ e/o rimanere indissolubilmente legato a luoghi certamente affascinanti e unici. Un po’ quello che è capitato a Ro Myra, cantautrice al debutto discografico con questo “Nowhere, Nebraska”, un titolo che è tutto un programma e che porta all’attenzione dell’ascoltatore le radici musicali tra folk e country filtrate attraverso una bella predisposizione pop che la avvicina spesso a certe cose di Sheryl Crow, Lucinda Williams, Brandi Carlile e Lori McKenna, voci che hanno certamente avuto un ruolo importante nella sua formazione musicale. Sette sono le canzoni comprese in questo cd, raccontate con estro poetico ed una espressività molto interessante da un’artista veramente promettente. Produzione essenziale dove gli arrangiamenti descrivono con efficacia gli stati d’animo e le storie di una ‘small town America’ dove non mancano i contrasti ma che riesce a mantenere viva la propria essenza e una voce evocativa ed intensa ad accarezzarci: sono queste le peculiarità di un percorso al quale ci sarebbe piaciuto fossero aggiunti un paio di capitoli in più per rendere il tutto più completo ma che rende giustizia alla bravura di Ro Myra che ci delinea bene praterie sferzate dal vento e una terra tanto dura quanto ammaliante. Da “She’s Not The Road” a “Railroad Weed” fino alle ottime “Half The Time” e “Irene” queste canzoni chiedono solo di essere penetrate ed apprezzate ed è giusto dare loro fiducia.

Remo Ricaldone