Nathan
Bell è un poeta, Nathan Bell è un musicista, un provetto chitarrista, un
cantante dai toni crudi e intensi, un compositore e un fine cesellatore di
suoni e di parole. Cresciuto con le letture di Jack London e le poesie di
William Carlos Williams, Nathan Bell ha preferito imbracciare la chitarra per
dedicare tutti i suoi sforzi artistici alla musica delle radici, dal folk al
blues, dal country tinto di rock alla poetica jazz legata ai giorni storici
della Beat Generation. Lui è un musicista di difficile catalogazione il cui
sguardo all’America contemporanea è profondo, affilato e acuto in grado di
fotografare con intelligenza le mille controverse anime che convivono negli
States. “Red, White And American Blues” è disco formato da tante stratificazioni
e da altrettante influenze, composto da un accattivante ‘patchwork’ di suoni
che vanno dall’incedere blues di “Retread Cadillac” con la magnifica voce soul
di Regina McCrary al folk che incontra il rock di “Angola Prison” che apre
l’album, l’intensità folk di “A Lucky Man” dedicata al padre e con le
emozionanti parti vocali di Patty Griffin, il roots rock di “Wrong Man For The
Job” che con “Mossberg Blues” è ammantato da una bella aura grintosa e pungente
e dallo splendido racconto acustico di “To Each Of Us” ancora con Patty
Griffin. Un capitolo fondamentale nella non affollatissima discografia del
musicista residente a Nashville le cui origini vanno ricercate nel cuore del
midwest, nello Stato dell’Iowa da dove proveniva il padre Marvin Bell,
apprezzato poeta e letterato. E in questo caso, buon sangue non mente.
Remo Ricaldone
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