Gordie
Tentrees è un vero poeta di strada, un ‘canadien errant’ che ha portato la sua
arte in ogni angolo del mondo ricevendo un’ottima accoglienza grazie a una
grande sensibilità e umanità, frutto di una vita spesso a contatto di realtà
difficili e problematiche come case di accoglienza e altri luoghi simili. Da
più di ventanni ha intrapreso a pieno titolo il suo percorso artistico
trasferendosi dal nativo Ontario a Whitehorse, Yukon, luogo sperduto che però
in questi ultimi anni si è arricchito musicalmente fino a diventare una delle
scene più interessanti e propositive in ambito roots. L’ottavo sforzo solista
di Gordie Tentrees intitolato “Mean Old World” è lo specchio fedele del
musicista e dell’uomo, un intrigante intreccio di rock e radici con queste
ultime declinate nella maniera più sincera avvicinandosi allo spirito e allo
stile di gente come Fred Eaglesmith, Kelly Jo Phelphs e Mary Gauthier con i
quali il nostro ha più volte collaborato. Country music e blues appaiono nelle
mani di Gordie Tentrees in perfetta simbiosi ed equilibrio tra tradizione e contemporaneità
e le liriche fanno spesso leva sull’aspetto più condivisivo e aperto del
musicista canadese, spesso tratteggiate con caratteri e situazioni ricchi di
empatia e calore. La superba title-track “Mean Old World”, “Far Away Friends” e
“Danke” che omaggiano le molte relazioni umane nate negli anni e ancora “Every
Child”, “Lefties” e “Train Is Gone” sono accattivanti esempi di un cammino che
via via si è arricchito di sfumature e di narrazioni, mostrando sempre sincero
coinvolgimento e uno sguardo autentico alle cose della vita.
Remo Ricaldone
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