Matt
Patershuk è un cantautore canadese le cui storie, dalle liriche spesso
taglienti ma anche ricche di onestà e di ironia, sono costruite sui piccoli
dettagli che le rendono intriganti e dai significati universali. La sua voce
profonda e personale, il suo stile chitarristico pieno e completo, l’approccio
che prende spunto dalla country music ma non raramente anche dal blues, lo
presentano come personaggio a pieno titolo inserito in quel filone che potremmo
definire ‘americana’, un vero cesellatore di suoni che ha trovato in Steve
Dawson il produttore perfetto per sottolineare tutte le sfumature e le
emozioni. “An Honest Effort”, titolo emblematico a rimarcare la genuinità
dell’artista di Le Glace, Alberta, è un percorso ispirato, guidato da notevole
talento e suggellato da un abito strumentale eccellente, a partire dallo stesso
producer a chitarre, pedal steel e weissenborn e poi l’espertissimo Fats Kaplin
a fiddle, ukulele, banjo e armonica, Keri Latimer a prestare splendide doti
vocali ed armonizzazioni e una sezione ritmica sobria ma solidissima che vede
protagonisti Jeremy Holmes al basso (e al mandolino) e Gary Craig alle
percussioni. Non pochi sono i momenti di assoluto valore che nobilitano l’album
a partire da “Johanna”, affascinante ritratto al femminile, per poi passare a
“Turn The Radio Up”, storia di rapporti affettivi nella mezza età, alla
pregevole “Jupiter The Flying Horse” e poi ancora “1.3 Miles”, “Stay With Me”,
l’omaggio al leader storico dei Pogues in “Shane MacGowan” e la deliziosa
“Afraid To Speak Her Name”. Una selezione di tutto rispetto per un nome da
seguire con attenzione, magari andando a riprendere anche i suoi precedenti
lavori.
Remo Ricaldone
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