Thomas
Pontén e soci, in arte Love On Drugs, arrivano al loro terzo album con
un’ispirazione mai così intrigante e piacevole con il loro mix di alternative
country e di indie pop interpretato con grande naturalezza. “meLODies” ci
consegna fascinazioni che prendono spunto sia da band americane tra folk e rock
sia da chi seppe in passato tracciare un percorso importante seppur ‘di
nicchia’ celebrando le commistioni tra i suoni di entrambi i lati
dell’Atlantico come Brinsley Schwarz ed Eggs Over Easy con i quali ci sono più
di un punto di contatto. Arrangiamenti limpidi, belle armonie vocali (alle
quali contribuisce anche Ted Russell Kamp, molto attivo anche qui in Europa
negli ultimi anni) e intrecci tra chitarre e tastiere che rimarcano ottime doti
strumentali e sono alla base della riuscita di questo album da parte della band
svedese, confermando se ce fosse bisogno la validità della scena musicale del
paese scandinavo quando guarda all’America. Ce ne rendiamo subito conto con
l’apertura di “Standing On The Doorstep”, midtempo tra rock e radici che fa un
po’ da manifesto delle intenzioni dei Love On Drugs, proseguendo con i sapori
vicini a New Orleans dell’ottima “The Well”, “Faking It All” che rimanda alle
atmosfere dei Jayhawks, la dolcezza country di “Green” in cui Thomas Pontén
duetta con Jenny Lundlin, la godibile “Cutting Words” con rock e pop nel cuore,
“Heartache I Know You So Well” che ha assorbito la lezione dei vari Nick Lowe,
Dave Edmunds e Brinsley Schwarz e “All Those Years” che chiude in bellezza con
un folk-rock veramente accattivante. Una band quella dei Love On Drugs che
merita un ascolto e, pur con un suono derivativo, mostra di essere all’altezza.
Remo Ricaldone
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