Quella di Bobby Allison e Gerry Spehar è un’amicizia di lunga data, cementata da una condivisione di ideali e un’affinità artistica che va indietro alla scena cantautorale del Colorado negli anni settanta e poi a quella di Nashville nella decade successiva. “Delta Man” celebra ora questo forte legame in modo appassionato e convincente in una carrellata di suoni che vanno dalla country music al rock’n’roll, mostrando inflessioni sudiste e un insieme assolutamente naturale e accattivante, facendo emergere una sorprendente bravura nella ricerca della melodia e delle armonizzazioni vocali. Nonostante un grave incidente automobilistico avvenuto nel 1975 abbia costretto Bobby Allison su una carrozzina e recentemente problemi legati al Parkinson crei grossi problemi a livello vocale, la sua enorme forza di volontà e l’aiuto fondamentale di Gerry Spehar hanno reso l’album un notevole tributo a quegli anni e alla musicalità di questa inossidabile coppia di amici, con il contributo strumentale di una serie di veri ‘Nashville cats’ come, tra gli altri, Lonnie Wilson alla batteria, Denny Osborne a basso e tastiere, Pete Wasner al synth, George Marinelli e Paul Lacques (con i bravi I See Hawks In LA) alle chitarre elettriche e Gabe Witcher al fiddle. Ben bilanciato e gradevole l’album si apre con una “Kinda Like Love” che evoca il country-rock californiano dei seventies e prosegue con una bella selezione firmata quasi interamente dalla coppia Allison/Spehar portandosi di volta in volta sul versante country (“Bite The Bullet”, “The Good Life”, la tenue ed acustica “River”, “Balmorhea” con il suo carico di emozioni) e su quello rock (“Delta Man”, “Rockin’ On A Country Dance Floor”, “Bubba Billy Boom Boom And Me”, “Train Train Train” che rimanda  a certe cose del primo JJ Cale) con una “Just Relax” che evoca Randy Newman e New Orleans con gusto e “Money” che scende a visitare il profondo sud con i suoi cenni ‘swamp’. Un disco che ha nella buona varietà di temi e nelle interpretazioni, tutte oneste e convincenti, le sue carte vincenti.

Remo Ricaldone

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