Scozzese
di nascita ma sempre pronto ad aprire il proprio cuore anche ai suoni roots
americani, Malcolm MacWatt sa fondere il retaggio musicale celtico con il
country-folk statunitense in un godibilissimo mix che con “Settler”, album che
segue l’ep intitolato “Skail” che ha contribuito a dargli visibilità tra gli
appassionati, giunge ad una maturità piena e compiuta. La sua visione
fortemente empatica che include esperienze in entrambi i lati dell’Atlantico ha
qui la sua espressione più appassionata, con la preziosa collaborazione di
alcune notevolissime voci a duettare, dalle americane Jaimee Harris, Gretchen
Peters e Laura Cantrell alle britanniche Eliza Carthy e Kris Drever e con un
abito strumentale (frutto interamente delle doti di polistrumentista dello
stesso MacWatt con il solo Phil Dearing al basso come ospite) di grande
efficacia e di bellezza acustica. “Settler” gioca le sue carte con una serie di
brani che rimangono nel cuore con soffuse nuances scozzesi innestate su una
base limpidamente ispirata al folk americano. Magnifica è in questo senso
“Ghosts Of Caledonia” che funge da manifesto della proposta di malcolm MacWatt
con il suo messaggio ricco di nostalgia, orgoglio e poesia, mentre da citare
come superbe melodie sono “The Curse Of Molly McPhee” in cui appare Laura
Cantrell, “Letter From San Francisco”, la struggente folk ballad “My Bonny Boys
Have Gone”, la limpida “Trespass” altro bell’esempio di commistioni folk tra
Scozia e America, “John Rae’s Welcome Home” con Kris Drever e i riferimenti ad
un altro luogo molto amato dal nostro, il Canada e “North Atlantic Summer”.
“Settler” comunque mostra appieno una coesione eccellente, senza cali di
ispirazione. Malcolm MacWatt: un artista da conoscere.
Remo Ricaldone
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