Nel
corso della sua corposa carriera Annie Keating ha spesso alternato canzone
d’autore acustica a momenti in cui il roots-rock ha preso il sopravvento
fornendo una prospettiva diversa ma sempre intensa del suo talento compositivo.
La musicista di Brooklyn ha sempre e comunque interpretato la sua musica con
estrema passione, donandosi completamente e mostrando una ‘vulnerabilità’
(citando le parole di uno dei musicisti da lei più amati, il compianto John
Prine) che l’ha resa autentica e vera. Ora “Bristol County Tides” non può che
confermare queste doti e lo fa con equilibrio e grande ispirazione, regalandoci
una selezione si lunga (poco meno di un’ora) ma sempre ispirata e preziosa. La
produzione è matura e affidata a Teddy Kumpel che è anche fondamentale
nell’apporto fornito con le sue chitarre (ma anche a mandolino, banjo, basso e
percussioni), con le tastiere di Todd Caldwell e il drumming di Steve Williams
che completano una ‘backup band’ di tutto rispetto, impreziosita qua e la da
ospiti tra i quali spicca Charlie Giordano alla fisarmonica. E preziosi come
non mai, tradizione consolidata in casa Appaloosa, sono i testi in italiano che
contribuiscono a penetrare meglio le splendide storie di Miss Keating. “Bristol
County Tides” è lavoro completo e adulto, le storie sono pregne di poesia, a
volte ruvidamente vere, in altri momenti più agrodolci ma sempre convincenti e
vigorose, dalle narrazioni di provincia di “Third Street” che introduce l’album
alla struggente bellezza della conclusiva “Goodbye”. In mezzo c’è tutto un
mondo di disillusioni e di speranze, di dolori e di sprazzi di luce, di
emozioni e degli inevitabili alti e bassi che la vita ci pone davanti. Un disco
che non fa che confermare doti cristalline e grande forza espressiva.
Remo Ricaldone
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