Tra
gli storytellers più profondi ed intensi in circolazione, Tim Grimm continua un
percorso ricco di musica ed emozioni che ci ha consegnato una serie di album
che fotografano splendidamente quello che è il cuore, non solo geografico,
d’America. L’Indiana è terra di autori legati a filo doppio alle proprie radici
ma che spesso si distinguono per sensibilità a temi anche sociali, come ad
esempio Carrie Newcomer ma anche con il magnifico sound roots di un John Hiatt
e Tim Grimm conferma la bontà di una proposta sempre intrigante. Con il fattivo
supporto della propria famiglia, dalla moglie Jan Lucas ai figli Jackson e
Connor, l’eccellente talento compositivo, la voce calda ed accogliente e il
solido bagaglio artistico di Tim Grimm ci regala nuove storie e nuove struggenti composizioni
che danno vita ad un lavoro limpido e cristallino. Il prezioso lavoro di
traduzione di tutti i testi, ormai consolidato nelle pubblicazioni della
Appaloosa, ci permette di entrare ancora più in profondità nella poetica di Tim
Grimm, apprezzando tutta la sua umanità e la sua visione, dalla eccellente “A
Dream” che apre e chiude il disco, ballata dai toni evocativi e solidali con il
piano di Don Lodge in evidenza alla discorsiva e coinvolgente “Cadillac
Hearse”. Tutta la profonda nostalgia, la cristallina purezza delle melodie
emerge poi nell’unica cover dell’album,
la bellissima “Joseph Cross” di Eric Taylor e nelle affascinanti “Gone” e
“Dreaming Of King Lear”, a parere di chi scrive i capolavori di una selezione sempre
in grado di avvincere e commuovere per grande pathos poetico. Un altro lavoro
che va ad aggiungersi ad una carriera musicale impeccabile e da promuovere in
toto. Caldamente consigliato.
Remo Ricaldone
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