Dan
Weber è attualmente residente a Dallas, Texas in uno Stato che giustamente ha
contribuito molto in fatto di canzone d’autore che is ispira alle radici
country e folk. Tre dischi all’attivo di cui questo “The Way The River Goes”
rappresenta probabilmente il suo
trampolino di lancio grazie ad una straordinaria vena compositiva e a
uno stile che rimanda alla migliore tradizione cantautorale, da Darrell Scott a
Greg Brown, da John Gorka a Gordon Lightfoot, condividendo con gli stessi una
profonda visione poetica e la capacità di fotografare magnificamente la
provincia americana, con i suoi contrasti ma anche con la bellezza nei rapporti
umani tipica delle ‘small towns’. Le sessions del disco, tenute nella piccola
cittadina di Truth Or Consequences nel New Mexico, hanno dato vita ad un
percorso affascinante sia strumentalmente con la presenza di gente come il
banjoista Tony Furtado e Jenny Conlee-Drizos dei Decemberists alla fisarmonica
per citare i due nomi con più esperienza, sia per liriche dal grande peso
poetico. La title-track “The Way The River Goes” apre l’album e siamo subito di
fronte ad una storia estremamente intensa che funge da viatico per il prosieguo
con una selezione che colpisce al cuore grazie a canzoni come “Ever Since
Columbine” che affronta la tragica realtà delle stragi nelle scuole americane,
“Farewell Maggie Valley”, “Goodbye New Orleans”, la frizzante “You Make Me
Wanna Dance” e poi ancora “Ghosts Of Wichita”, “Last Night” e “Sun’s Gonna
Shine When I’m Gone” dai toni struggenti. Canzoni queste che commuovono,
accarezzano e celebrano uno storyteller di grandissimo talento, uno dei
migliori attualmente in circolazione per intensità di linguaggio. Disco questo
che merita lo sforzo di cercarlo in rete per apprezzare al meglio un sincero ed
autentico troubadour.
Remo Ricaldone
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