Sono
solo tre i dischi all’attivo per Stephen Doster ma la sua è una carriera lunga
ed articolata in cui ha alternato con grande intensità e sagacia il lavoro di
produttore e di musicista. Molto attivo già dalla fine degli anni settanta,
Stephen Doster è stato a fianco di Nanci Griffith nei suoi primissimi dischi
come chitarrista e direttore musicale, ha prodotto il debutto di Maren Morris,
Jane Gillman, l’ultimo lavoro per George Ensle e Carolyn Wonderland per citare
alcuni degli oltre 70 album a cui ha legato il proprio nome, ha condiviso il
palco con Lyle Lovett, Patty Griffin, Little Feat, Ramblin’ Jack Elliott, Joe
Cocker e Ricky Nelson e sue canzoni sono state incise da Dr. John e dai Double
Trouble tra gli altri. “Over The Red Sea” segna ora il suo ritorno con uno
spirito la cui semplicità di espressione è pari all’efficacia e alla bellezza
della proposta, incisa su un impianto analogico a sottolineare la voglia di
genuinità e purezza, con l’accompagnamento di una manciata di vecchi amici tra
cui a spiccare c’è un compagno di molte sessions come Brian Standefer,
violoncellista eccellente. “Over The Red Sea” presenta una scrittura lineare e
intrigante, giocata su atmosfere acustiche e su armonizzazioni tra folk e country in cui Stephen Doster si trova a
suo agio e mostra una buona facilità di scrittura. “When I Cross The Divide”,
la seguente “The Singing Bus Driver”, “A Better World”, “Who’s Crying Now”,
“Magdalena Spoke” dove emergono anche influenze pop, l’eccellente “The Rooster
Crows” dalle movenze tradizionali, segnano un percorso di valore per un
musicista che merita attenzione. Uno dei piccoli tesori ben custoditi della
scena texana.
Remo Ricaldone
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