Michael
Shaw vive appieno l’atmosfera del West celebrandola come musicista ma anche
come vero cowboy e ranger (ha lavorato in uno dei più scenografici e
spettacolari parchi americani, il Glacier National Park), frequentando spesso
gli incontri dedicati alla cultura western nella porzione settentrionale delle
Montagne Rocciose. La sua passione per la musica, inevitabilmente quella
country ma anche rock, lo vede ora debuttare con un eccellente lavoro
intitolato “He Rode On” che in più di un episodio mi ha ricordato
l’indimenticato Chris Ledoux con il quale vengono condivise radici ed
approccio. Grazie al fattivo supporto del produttore canadese Grant Siemens,
già con la band di Corb Lund, l’album regala dieci notevoli brani che oscillano
tra rock e radici, tra chitarre taglienti e fiddle & steel in un percorso
veramente apprezzabile che riesce a catturare l’essenza ed il feeling dei
musicisti che hanno forgiato Michael Shaw come musicista, da Dwight Yoakam agli
Stones. L’iniziale “Bad Honky Tonker” vuole essere proprio un tributo a queste
due facce della musica di Michael Shaw, trascinando con la sua grinta e la sua
freschezza mentre “Outlaw’s Refuge” è una sorta di resoconto del periodo
vissuto nella riserva indiana della tribù dei Flathead in un altro momento da
incorniciare e con il fiddle di Jeremy Penner sugli scudi. “Billy” è ‘hard core
country’ della miglior specie e senza inventare nulla Michael Shaw riesce ad
essere assolutamente credibile nelle storie che racconta mostrando notevoli
doti melodiche, “Cowboy Boots And A Little Country Dress” vira verso un
travolgente rock’n’roll con una sezione ritmica che si conferma in tutta la sua
solidità e con il bravo Marc Arnold al piano e “Huckleberry Wine” smorza i toni
con una sognante ballata, decisamente evocativa. “Shot Down” mostra il lato più
‘outlaw’ del nostro e ancora le chitarre sono taglienti e ben si intrecciano
con la pedal steel, nelle sapienti mani di Robby Turner (già con la band di
Waylon Jennings), con “Stick A Fork In It” che fa riprendere quota e ritmo con
un altro bel ‘rocking country’, corposo al punto giusto. Il trittico finale
vede “Like They Used To” con una limpida melodia country e ancora la pedal
steel che brilla, “Light Of The Moon” con un andamento più ‘attendista’ che
cresce molto grazie ad un feeling a metà strada tra rock e country e la lunga
“He Rode On” che chiude fungendo da commiato di pregevolissima fattura. Un
esordio che vale la pena conoscere.
Remo Ricaldone
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