La
zona degli Appalachi è tanto ricca ed affascinante musicalmente quanto attraversata da forte
povertà, indigenza e disagi, culla della più autentica tradizione ma anche di
un isolamento che ha accresciuto le difficoltà di questi decenni. Cheryl Cawood
è cresciuta nell’area del Kentucky adiacente ad Harlan County, uno dei luoghi
simbolo per lotte sindacali, duro lavoro ed estreme privazioni e il suo
repertorio è un eccellente mix di originali e classici dai repertori delle più
belle voci del genere country, racchiusi in un debutto intrigante come “Bullet
In The Cabin Wall” ispirato a personaggi come Jean Ritchie (di cui riprende con
grande bravura il suo classico “L&N
Don’t Stop Here”) ma anche a Billy Edd Wheeler, alla Dolly Parton più fedele al
proprio retaggio e a chi ha narrato quelle terre con autenticità come Iris
DeMent, Hazel Dickens e molti altri. Per incidere questo suo esordio Cheryl
Cawood è scesa in Texas e ha goduto del supporto strumentale di alcuni tra i
migliori sidemen di quella scena, da Rick Richards alle percussioni a Eleonore
Whitmore al fiddle, da Michael Bobbitt (co-autore di alcuni brani) al piano e
Jack Saunders, figura fondamentale come produttore, ingegnere del suono e musicista
(chitarre, contrabbasso, mandolino, mandola e banjo). Il repertorio come detto
è di notevole efficacia, dalle altre due cover, “Coalfield Woman” del grande e
compianto Tim Henderson e il classico “Shady Grove”, ad originali accattivanti
e dalla forte espressività che forniscono un quadro completo della personalità
e delle radici di Cheryl Cawood. “Makin’ Corn Liquor”, “Running Out Of Time”,
“Crossing Mountains”, “Deep Down In Your Bones” e “Daddy’s Hometown” sono
genuine descrizioni del proprio percorso di vita e dei suoni che hanno forgiato
una personalità veramente interessante. Un nuovo nome da seguire quello di
Cheryl Cawood, un viaggio sonoro che le auguriamo lungo e pieno di
soddisfazioni.
Remo Ricaldone
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