Al
secondo disco Peter Rogan conferma quanto di buono era stato detto (purtroppo
non dalle nostre parti) riguardo al suo debutto intitolato “Still Tryin’ To
Believe”, mostrando quell’attitudine ‘blue collar’ unendo la passione per il
rock’n’roll con quella per blues, folk e in parte country. “Broken Down Love” è
stato inciso nei rinomati Cowboy Arms Studios di Nashville con un bel manipolo
di musicisti che rispondono ai nomi di Phil Madeira a tastiere e lap steel (già
con Emmylou Harris, Buddy Miller e Alison Krauss tra gli altri), Will Kimbrough
(chitarrista di grandissima classe che ha accompagnato alcuni tra i migliori
nomi di blues e country tra cui Shemekia Copeland, la stessa Emmylou Harris e
Jimmy Buffett), il bravo batterista Dennis Holt ed il bassista Chris Donohue,
oltre alla presenza delle McCrary Sisters e di una notevole sezione fiati a
dare corposità ai momenti più legati al ‘southern soul’. E sono appunto le
colorazioni soul della cover di “It’s Only Rock’n’Roll” degli Stones e la
rilettura indovinatissima di “Thank You Girl” di John Hiatt a dare l’esatta
misura dell’eclettismo e dell’amore di Peter Rogan per i suoni neri a sud della
Mason-Dixon line. Il resto è farina del suo sacco, aprendo con la suggestiva
title-track “Broken Down Love”, storia d’amore sofferta e intensa, proseguendo
con “Short Shifter Blues” intrisa di funk e di aromi ‘southern’ e rivelando la
sua bravura nelle ballate come la godibile “Back To Natchez”. “Broken Down
Love” scorre così tra struggenti soul ballads come “All That’s Left Is The
Blues”, la vicinanza con certo Jimmy Buffett in “Dancin’ Naked”, la dolcezza
country di “Butter Lane” e il rhythm’n’blues genuino di “My Kinda Strange” in
un viaggio nelle molte anime del deep south. Il commiato è affidato invece
all’accorata “I Wish”, saluto acustico, in solitaria, che suggella un disco
dalle molte anime che ci fa conoscere un artista come Peter Rogan capace di
afferrare lo spirito del più classico suono americana.
Remo Ricaldone
0 commenti:
Posta un commento