11:36

Nick Nace - The Harder Stuff

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Avevamo lasciato Nick Nace in quel di Nashville, dove si era stabilito per cercare gli stimoli giusti e gli appoggi per materializzare ispirazioni importanti che lo avevano visto debuttare con un eccellente lavoro intitolato “Wrestling With The Mystery”, splendidamente svolto tra canzone d’autore e country music. La pandemia ha scombussolato tutti i piani, i suoi e naturalmente quelli di molti musicisti indipendenti che più di altri hanno patito la chiusura praticamente di tutti gli spazi vitali, ed è stato quasi inevitabile un ritorno a casa per vivere con gli affetti più cari. Nel suo caso il nativo Canada è stato il luogo dove hanno preso corpo le canzoni che ora vengono presentate nel suo secondo album, “The Harder Stuff”, un progetto ancora una volta di grande fascino che si propone con un’intensità e una profondità espressiva ancora più intrigante. Al centro di questo disco ci sono le riflessioni sull’incerto presente, i rapporti interpersonali che assumono un nuovo significato e i cenni autobiografici che riemergono tornando nei luoghi che lo hanno visto crescere. “The Harder Stuff” comunque non si discosta dai toni del precedente album, è stato inciso nuovamente a Nashville e rappresenta un tassello rilevante nella crescita artistica di Nick Nace omaggiando l’amore per le ballate country più autentiche seguendo l’esempio di musicisti come James McMurtry, John Prine e Brent Cobb per fare qualche nome. Dieci canzoni, l’essenziale, arrangiamenti dove ogni strumento è sostanzialmente meditato a partire da “Figure 8’s” che funge da manifesto sonoro. “There’s No Music In Music City” è tra le più allusive della surreale situazione vissuta nei primissimi tempi della pandemia, “Little Kid” sposta le suggestioni idealmente verso sud avvicinandosi ai grandi songwriters texani, così come “The Rio Grande On Christmas Eve” che non ha bisogno di molte presentazioni ma solo di essere goduta in tutte le sue colorazioni. “The Piece That Fits” è melodia che scorre con estrema naturalezza, raccontata con piglio sicuro ed accattivante, con il bel lavoro in sottofondo dell’accordion di John Calvin Abney, “Someday Is Too Far Away” è una magnifica ballata elettrica degna del miglior James McMurtry in un gioco di rimandi dove country music e rock si fondono mirabilmente, “All The Love That You Need” è ancora interessante con un ottimo lavoro del producer Steven Cooper alle chitarre elettriche e la title-track “The Harder Stuff” è un delizioso country waltz che ha il sapore dei classici. Chiudono il disco altri due momenti di valore a suggellarne la riuscita, la pregevole “The Skin Of Our Teeth” dall’andamento accattivante e “Last Call”, evocativa e profonda, due ulteriori motivi per dare fiducia ad un nome tra i più positivi di questi ultimi anni.

Remo Ricaldone

 

0 commenti:

Posta un commento

Iscriviti alla newsletter