Tra
i più intriganti storytellers ascoltati negli ultimi tempi, Wes Collins arriva
al terzo disco con una selezione veramente affascinante, composta con piglio
sicuro e suonata col cuore. “Jabberwockies” è per il cantautore del North
Carolina il vero banco di prova di doti cristalline sia per quanto riguarda la
ricerca melodica che per una produzione molto interessante, con uno stuolo di
ospiti capaci di regalare ulteriori magnifiche tonalità a brani dalla grande
profondità poetica. Jaimee Harris (brava cantante texana fedele partner di Mary
Gauthier con la quale qualche anno fa è arrivata anche ai nostri lidi) presta
la sua voce per armonizzazioni vocali eccellenti, come la coppia Pete e Crystal
Hariu-Damore degli Ordinary Elephant, autori di una produzione stellare in
ambito acustico. “Jenny And James” apre nel migliore dei modi con una melodia
vincente per gusto e coinvolgimento, a mio parere lo zenit di un album che non
mostra debolezze, crescendo di ascolto in ascolto. “Jabberwockies” è una
raccolta di storie estrapolate da scritti dell’ultimo quinquennio e rappresenta
l’essenza intima di una voce che si ispira alla canzone d’autore adulta di
grandi come Jackson Browne o James Taylor, aggiungendo un tocco personale tra
folk e pop. “The Trees” non sfigurerebbe in un qualunque album di James Taylor,
con una deliziosa pedal steel nelle mani di Matt Smith e l’angelica Jaimee
Harris a impreziosire la melodia, mentre “Sugar Skull” è la classica eccezione
alla regola con un trascinante rock dai toni sixties grazie al farfisa di Chris
Rosser. “Cocoon” è un’altra ballata di grande impatto, riflessiva e accorata, “Last
Saturday” è semplicemente e gustosamente ‘folkie’ rimandando al miglior Don
McLean acustico e il trittico formato da “Look Out”, “Medusa” e “Grease Fire”
regala emozioni avvincendo per bella intensità poetica. Un disco questo
“Jabberwockies” che mantiene le promesse per chi conosceva i precedenti lavori
di Wes Collins, rappresentando anche un viatico per apprezzare un nuovo nome
(per noi) del cantautorato americano.
Remo Ricaldone
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