17:35

Mean Mary - Portrait Of A Woman (part 1)

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Tra le più belle voci della scena acustica tra folk, radici appalachiane e country music, Mary James, in arte Mean Mary è in questo 2022 attivissima. Questo “Portrait Of A Woman (part 1)” inaugura un dittico che si completerà a settembre, mentre nel mese di agosto ci sarà spazio per il ‘side project’ della banjoista in versione più elettrica in compagnia dei Contrarys con un ep intitolato “Hell & Heroes vol.1”. Le radici appalachiane, il fascino di certe sfumature irlandesi, la forza espressiva e l’ironia profuse in questo album confermano quanto di buono era stato proposto in una discografia spesso superiore alla media e ancora qui da noi incredibilmente ignorata, sottolineando il calore, la ricchezza e la profondità di una voce che dalla critica è stata paragonata a quelle della magnifica cantante folk inglese June Tabor e a Amy Winehouse, fondendo in modo mirabile le sensibilità di due personaggi così diversi. Qui c’è la ricchezza letteraria delle storie tradizionali create unendo il passato ed il presente in maniera straordinariamente poetica, spesso con la collaborazione compositiva della madre Jean e quella strumentale del fratello Frank James alle chitarre. In primo piano comunque c’è sempre il banjo di Mean Mary, vero fulcro e punto nodale di queste canzoni che formano un lavoro di estremo fascino. “Cranberry Gown”, la luminosa melodia di “No Man’s Land”, la nostalgia insita in “A Kiss Can Hide Two Faces” con un ritmo che ci porta a metà strada tra il fado portoghese e il tango argentino risultando tra le più originali del disco, nobilitano la prima parte di “Portrait Of A Woman” dipingendo un ritratto limpido e brillante della musicista nata in Florida ma che ha vagabondato per gran parte del sudest americano. “Only Time To Pray” è affascinante per come si intersecano il picking banjoistico e il tocco intenso al violino, entrambi nelle mani di Mary, “Big Tour Bus” vede la nostra alla chitarra acustica, con il fratello a duettare e a ricordare gli innumerevoli spostamenti per suonare in tour, “Bette, Come Back” getta un ideale ponte tra Irlanda e Appalachi con forza ed intensità, “Butterfly Sky” è uno strumentale (Mary James a violino e chitarra acustica) caratterizzato da una pura poesia come evocato già dal titolo, anticipando il finale affidato a “Clouds Roll By”, ballata tra folk e country leggera e cristallina, degno commiato aspettando la seconda parte di questo nuovo progetto di Mean Mary.

Remo Ricaldone

 

0 commenti:

Posta un commento

Iscriviti alla newsletter