Il
destino artistico di Scarlet Rivera, con tutte le opportunità e le ‘sliding
doors’ del caso, è inevitabilmente ed indissolubilmente legato alla figura di
Bob Dylan, con i ricordi e le influenze ancora vivi e vibranti a distanza di
quasi cinque decadi. Il magnifico violino, la profonda poesia insita in ogni
sfumatura e, sorprendentemente, una voce che mantiene il suo fascino nonostante
le molte primavere, sono le peculiarità di un piccolo (solo come durata, sei
brani, in pratica un mini cd) grande tributo ad un legame ancora assolutamente
vivo. Scarlet Rivera con “Dylan Dreams” costruisce con sagacia un progetto
personale come scelta del materiale da interpretare ed essenziale come
struttura sonora, partendo da una “Series Of Dreams” gioiello senza tempo del
‘menestrello di Duluth’, seguita da una “Born In Time” che sottolinea il
mistero dell’amore e del destino e degli inscindibili legami che rimandano ad
una stagione tanto luminosa quanto irripetibile. “Senor” è il brano più noto,
qui riproposto in una versione sontuosa ed accorata che coglie nel segno per
intensità e sensibilità. “Where Teardrops Fall” è commovente e sognante,
delicata e deliziosa, mentre “Sacred Wheel” è un altro splendente gioiello di
questo disco con il suo messaggio di vita, d’amore e (ancora una volta, quasi
come trait d’union tematico) di fato, interpretato con grande trasporto.
Velocemente si arriva al termine dell’album con una ‘bonus track’ inserita come
ulteriore omaggio a Bob Dylan, una “Dust Bowl” che rappresenta con il suo
fascino tradizionale l’attuale seconda giovinezza per un’artista che ha ancora
tanto da regalare agli appassionati, cosa ben chiara a coloro che hanno potuto
apprezzarla nei numerosi concerti fatti nel nostro paese negli ultimi anni.
Speriamo tutti che “Dylan Dreams” possa essere l’incipit di una nuova fase
artistica per la rossa violinista.
Remo Ricaldone
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