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Laura Zucker - Lifeline

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Californiana, avvocato di successo, Laura Zucker ha scelto di percorrere le strade musicali abbracciando un interessante intreccio di canzone folk, di country music d’autore e di inflessioni pop, calcando i palchi più nobili come quello del Kerrville Folk Festival in Texas  o di Falcon Ridge nello Stato di New York. Sei sono i dischi al suo attivo con una costante crescita compositiva ed interpretativa che ora sfocia nei tredici quadretti che compongono questo “Lifeline”, prodotto sapientemente da Ed Tree, sensibile e prezioso anche dal punto di vista strumentale la cui impronta è fattiva in ogni capitolo dell’album. Qui ci sono spesso gli echi della splendida eredità musicale di Kate Wolf a cui idealmente molti brani sono legati, ma anche alla delicatezza e al gusto di autrici e cantanti come Carole King, Judee Sill, Mary Chapin Carpenter, Mary McCaslin e Beth Nielsen Chapman, mantenendo comunque personalità e carattere. L’impianto sonoro è prettamente acustico, le atmosfere sono ‘color pastello’, le liriche mostrano una capacità di introspezione notevole e gli arrangiamenti, volutamente essenziali, contribuiscono a creare un ‘mood’ avvolgente e affascinante. La coesione è tra i pregi maggiori di “Lifeline”, non ci sono magari picchi o potenziali hit da classifica ma nemmeno cadute di stile o di tono, tutto è ricondotto ad uno stile che spesso fa leva sulla nostalgia e sulle emozioni ‘semplici’, assioma tipico della country music e del folk. In questo senso piace citare “No Good Way To Say Goodbye” dalle belle tinte country, la delicatamente jazzata “Autumn” che ben esplicita e descrive le sensazioni portate da quella stagione, la poesia della pianistica “Do You See The Moon”, la bellezza di melodie come “Holy”, “Takes The Shape Of You”, la title-track “Lifeline” e “Highwire”, poker di grande efficacia ed intensità che conferma capacità descrittive non comuni. Una strada quella di Laura Zucker percorsa con grande cuore ed empatia che non mancherà di scaldare i nostri di cuori.

Remo Ricaldone

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