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Dean Owens - El Tiradito

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Dai paesaggi della Scozia industriale agli abbacinanti scenari dei deserti del sudovest americano, il viaggio è decisamente lungo e tortuoso e Dean Owens da Leith, l’area portuale a nord di Edinburgo,  ha percorso con felice intuizione tutte quelle miglia riconsegnandoci un suono perfettamente e profondamente radicato nella storia, nella tradizione e nella leggenda di Tucson, Arizona. “El Tiradito” è la riproposizione di un trittico di ep che Dean Owens aveva dato alle stampe con il titolo di “Desert Trilogy”, una storia di amore e morte, di passioni e tragedie con sullo sfondo il ranch dove è protagonista Juan Oliveras, ancora oggi meta di ‘pellegrinaggi’ nel Barrio Viejo, la parte antica della cittadina di Tucson. Un doppio cd questo che approfondisce la storia, la descrive con grande efficacia e la divide in due parti distinte pur nella continuità di espressione, altamente descrittiva, tra ballate naturalmente desertiche, infatuazioni ‘mexican’ e l’aiuto fattivo e prezioso dei Calexico. E proprio Joey Burns e John Convertino sono i musicisti attorno ai quali ruotano i luminosi arrangiamenti del disco, con il supporto dei fiati mariachi di Jacob Valenzuela e Martin Wenk, della pedal steel di Paul Niehaus, del violino di Tom Hagerman, delle tastiere di Sergio Mendoza in una girandola di suoni  e colori che ammaliano l’ascoltatore portandolo direttamente negli affascinanti deserti del sudovest, tra rock e radici. Tra Dean Owens e i Calexico è scattata la scintilla e il risultato è di esrtema efficacia ed incisività in un primo disco dove la selezione è di grande qualità compositiva, mentre il secondo, interamente strumentale, non fa che rimarcare legami con i western di Sergio Leone giocando con limpidi rimandi cinematografici. Il fascino è palpabile ed evocativo specialmente nell’iniziale “Mother Road”, nell’intensa “Ashes & Dust” e poi in titoli come “Tombstone Rose”, “Riverline” e “The End” ma è un po’ tutto questo lavoro che sprigiona energia e poesia in un’alternanza di ritmi, di sfumature e di stati d’animo. “El Tiradito” è quindi un (doppio) album da non lasciarsi sfuggire se si vuole entrare in un mondo fatto di culture che si intrecciano e musiche che coinvolgono.

Remo Ricaldone

 

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