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Tim Grimm - The Little In-Between

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Ogni nuovo disco proposto da Tim Grimm rappresenta una poetica, intensa, emozionante, appassionata immersione nel cuore d’America. Non è un caso se il musicista dell’Indiana è in grado di entrare nel profondo della sua terra e di chi la vive e la lavora in maniera tanto naturale, tale è il rapporto simbiotico con i protagonisti della più reale e profonda provincia. Ne è scaturita quindi una sequenza di lavori che negli anni lo hanno portato a ritrarre nel migliore dei modi luoghi, situazioni, emozioni, persone, rendendolo eccellente storyteller, tra i più incisivi delle ultime decadi. Lo avevamo lasciato con un album sofferto e intriso di agrodolce e tagliente poesia come “Gone” dove non mancavano i riferimenti ad amici che non ci sono più (Eric Taylor, David Olney, John Prine e Michael Smith) in un’intensa carrellata di originali e cover e ora “The Little In-Between” aggiunge un ulteriore splendido tassello al suo percorso artistico. Album dalla genesi particolare questo, in cui i brani sono stati tutti registrati nel formato ‘voce/chitarra’ nei Breathing Rhythm Studios di Norman, Oklahoma e a cui sono stati aggiunti in un secondo momento i contributi della violoncellista Alice Allen dalla Scozia e, dagli studi Kitchen Sink di Santa Fe, New Mexico di Jono Manson, della sezione ritmica formata da Mark Clark alla batteria e da Justin Bransford al basso, con Sergio Webb a chitarra elettrica e steel. Naturalmente al centro di tutto ci sono le nuove canzoni di Tim Grimm, ancora una volta interpretate con un cuore grande così, con una grande attenzione a come narrare le intensità delle emozioni e a come renderle pura poesia. Una solida conferma la sua di doti estremamente importanti, anche a livello interpretativo, con una voce le cui sfumature non fanno che sottolineare passaggi dal notevole peso letterario, reso più apprezzabile dalle, ormai consuete in casa Appaloosa, traduzioni in italiano che aiutano fattivamente gli appassionati non così avvezzi alla lingua inglese. Nove sono le canzoni che danno vita ad una selezione che va ad inquadrarsi in una tradizione consolidata, quella di un cantautore che mai dimentica i suoi ispiratori (la chiusura di “Bigger Than The Sky” è fortemente caratterizzata dalla musicalità di John Prine per esempio) ma che al tempo stesso si è creato un suo stile personale. I fondamentali legami familiari di “New Boots” e della title-track “The Little In-Between”, l’amore per la natura che Tim Grimm vive ogni giorno e che risplende in “The Breath Of Burning”, i sentimenti talvolta contraddittori che albergano nelle nostre menti in “I Don’t Know This World” sono solo sprazzi di una poetica di grande rilievo che anche in questo disco appare nitida ed intensa. Un nuovo, ‘piccolo intermezzo’ nella vita di un grande del songwriting d’oltreoceano come Tim Grimm.

Remo Ricaldone

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