Si
arricchisce di un nuovo interessante lavoro il percorso discografico di Jaime
Michaels, cantautore formatosi in quella fertile scena artistica di Boston ma
da tempo residente in New Mexico dove ha incrociato quasi inevitabilmente un
lungimirante produttore e musicista come Jono Manson che ha lavorato con la
consueta efficacia per questo “How To Shine”, disco decisamente godibile che
inquadra una vena elettro-acustica di buona qualità. Altra cosa che accomuna Jaime
Michaels e Jono Manson è il legame con il nostro Paese che ha visto entrambi
esibirsi più volte sui palchi dei migliori club nostrani, unendoli anche per la
presenza nel catalogo della stessa etichetta, la sempre attiva e preziosa
Appaloosa Records. “How To Shine” conferma tutto questo riprendendo in maniera sorprendente
“Il Pescatore” di Fabrizio De Andrè, trasformandola ma nemmeno troppo in una
“The Fisherman” che mantiene il rispetto per l’originale, classico del
repertorio del musicista genovese, accogliendo nelle sessions il dobro di Paolo
Ercoli, ormai da tempo ‘sdoganato’ a livello internazionale e e le voci di
Andrea Parodi e Claudia Buzzetti. Sono poi ben quattro i brani firmati a
quattro mani con l’amico e valente singer-songwriter Jeff Talmadge, quattro
esempi di un feeling comune e di una visione assolutamente affine, “Beauty
Doesn’t Need Forever” con le belle chitarre di Jon Graboff, l’organo hammond di
Jason Crosby, altro nome che ricorre spesso, e i tamburi dietro ai quali siede
uno dei più valenti batteristi della scena di Austin ma non solo, Paul Pearcy,
l’intensa ed empatica “In My Home”, “What Want You Get” e “Here We Are”. Bella
la scelta di interpretare una canzone del compianto ed amato Greg Trooper,
figura mai troppo apprezzata dal grande pubblico ma ricchissima di poesia e
sensibilità melodica: “This I’d Do” magari non aggiungerà nulla di
particolarmente nuovo ma segna un punto a favore per Jaime Michaels e per la
sua umanità. Da citare ancora la corposa “Whiskey And Bones” che ci porta per
mano nelle strade di una New Orleans calda e trascinante, la title-track che
vede la presenza del grande Andrew Hardin alla chitarra e “Midnight Bus
Station” che conferma tutte le doti di uno storyteller autentico.
Remo Ricaldone
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